The noble family Giustiniani as a “Society” based on “actions”, the first stock exchange documented of the history in the world. Twelve Nobles, Genovese Patricians decided a union among us, to form a “society” and to form together a family. They even took away their former names to have a new one: “Giustiniani”: they made “A Campagna”, as if “they were born from the same father and the same mother” (“Compagniam de pecunia non faciam cum aliquo habitante ultra Vultabium et Savignonem et Montem altum, neque ultra Varaginem” from “Leges Genuenses” - year 1157). The first 12 partners were: Nicolò de Caneto de Lavagna, Giovanni Campi, Francesco Arangio, Nicolò di S.Teodoro, Gabriele Adorno, Paolo Banca, Tommaso Longo, Andriolo Campi, Raffaello de Forneto, Luchino Negro, Pietro Oliverio and Francesco Garibaldi. But others family enjoyed in (and others come out) during the centuries (in 1528 after Doria reform these are the family present in “albergo” Giustiniani: Arena, Argiroffo, Banca, Benvenuto, Bona (1561), Bonfante, Briandate, Cavatorta, Chiazza (1561), Corsi, Figallo, Figari (1561), Giustiniani, Leopardi, Massone (1561), Moneglia, Mongiardino, Morchio, Gavazzi, di Passano, Ponte, Prandi, Prato, Rebuffo, Rocca, Roccatagliata, Salvarrezza De Secto, Vallebona, Vallerai (1561), Vegetti). On june 8, 1363, the status of the island of Chios (Scio) vis-à-vis Byzantium is finally settled when Emperor John V Paleologos concedes the island to the Genoese Giustiniani family in return for an annual payment of 500 gold hyperpera.
L’origine dei Giustiniani di Genova è da ricondursi al 14 novembre 1362 quando a Genova fu fondata la Maona (la “nuova” ), una società commerciale “anonima” per lo sfruttamento d’alcuni possedimenti Genovesi nel Dodecaneso, tra 12 notabili di Genova che assunsero tutti il cognome di Giustiniani perdendo il loro.
L’origine non è quindi legata ad una singola stirpe, ma a più famiglie aggregate in una sorta di società di persone, come se fossero nati da un padre comune, perché comune è la loro terra. Essi formano una ”Campagna” (dal Breve della Campagna di Genova del 1157: “Compagniam de pecunia non faciam cum aliquo habitante ultra Vultabium et Savignonem et Montem altum, neque ultra Varaginem” dalle “Leges Genuenses” ) .
La decisione di unire più famiglie in un clan e prendere il nome di quella più importante che disponesse di un luogo di riunione (palazzo o dimora) non era nuova a Genova e anticipava la nascita degli "alberghi" che in seguito divenne la normale aggregazione anche politica. Nel caso particolare della Maona Giustiniani, questo sistema permetteva di superare anche il problema economico, di definire delle quote (le "carature") di partecipazione per cui era stata costituita.
Il numero originario delle quote era di “12 e 2/3”, ogni “azione” (duodeno) era divisa in 3 (Karatti grossi) divisi a loro volta in 24 altre parti (Karatti piccoli), per un totale di 38 karatti grossi e 304 piccoli. Tutti titoli negoziabili e trasmissibili agli eredi. Il numero complessivo dei partecipanti alla maona Giustiniani nel 1566 era di oltre 600.
Specie nei primi anni della Maona le quote vennero più volte compravendute. In allegato un atto del notaio Paulus Savina del 19 maggio 1381, che testimonia possessori e titolarietà. Sull'etimologia della Maona di Chios molto si è discusso, possiamo in ogni modo sintetizzarne il fine con le parole dello storico Genovese Teofilo Ossian De Negri: la Maona fu ".... una delega sulla carta di funzioni Statali ad un’associazione armatoriale e commerciale privata..." La “Maona” Giustiniani è la prima società “per azioni” documentata dalla storia. Il nome “Maona” è d’origine incerta, s’ipotizza dalla voce genovese “mobba” equivalente ad unione, o anche dal nome di una nave o anche dall’arabo “maounach” traducibile in “società mercantile” o "associazione per lo sforzo comune" o anche “assistenza” , “indennizzo” , proprio perché la prima spedizione della Maona agli effetti di diritto venne concepita come una “compera” , ovvero era come se gli armatori avessero effettuato un prestito alla Stato garantito dalle future conquiste anziché da aliquote di proventi fiscali come consuetudine fino ad allora. L’investitura doveva essere un risarcimento del compenso in denaro non concesso, una sostituzione provvisoria del debito pubblico. “La delega su carta di funzioni statali a un’associazione amatoriale e commerciale privata e altri elementi comuni fanno si che la Maona Giustiniani si possa considerare sotto alcuni aspetti il più remoto precursore della famosa Compagnia delle Indie” (Roberto S. Lopez).
Antiche tradizioni, non suffragate da prova storica, farebbero risalire i Giustiniani alla gens Anicia romana, una delle famiglie della Repubblica e dell'Impero Romano. Personaggi dal nome Anicio (Anicius) appaiono nel II secolo a.C., per lo più col cognome Gallus. Tracce di questa famiglia che ne testimoniano l'importanza anche a Roma dove è presente un iscrizione sulla Via Appia Antica posta all'altezza dell'incrocio tra Via di Tor Carbone e Via Erode Attico.
Da attribuirsi ad una leggenda, ancorché accolta da tutti i cronisti e storiografi che si occuparono di questa famiglia, quella che vede i due casati Giustiniani di Genova e di Venezia discendere dai figli di Giustino II, nipoti di Giustiniano imperatore Romano d’oriente, Marco e Angelo vissuti verso il 720 d.C. Una delle più conosciute cronologie genealogiche sui Giustiniani di Genova fa iniziare lo stipite Genovese da Sesto Anicio Basilista imperatore nell'anno di Cristo 262.
Curioso anche il fatto che, allora come oggi, i Giustiniani di Genova e di Venezia si sentissero in un certo modo consanguinei, nonostante le due Serenissime Repubbliche nel corso della storia fossero più nemiche che amiche. Molte comunque sono le presenze della famiglia Giustiniani individuate in diverse località dell’area mediterranea fin dall’anno mille.
In effetti i Giustiniani di Genova più che da antiche discendenze, “nascono” a Genova il 27 febbraio 1347, come “nome” di una società: la “Maona”, la prima società per azioni documentata nella storia, sorta per lo sfruttamento per conto della Repubblica Genovese dell’Isola di Chios nell'Egeo nord orientale, patria di Omero e ricca di un albero, il lentisco, che solo qui, produce una sostanza resinosa: il mastice, fonte all'epoca d'enorme ricchezza.
Ben presto i “Maonesi”, appartenenti a famiglie già in vista nella Genova di allora, assunsero tutti il nome di Giustiniani perdendo il proprio. Pur continuando a mantenere un saldo legame con la madrepatria e ricevere prestigiosi incarichi di governo, i Giustiniani mantennero il dominio di Chios fino al 1566 alla conquista da parte degli Ottomani diventando una sorta di Sovrani dell’isola pur mantenendo il loro status di Nobilis Civis Januae, nobili “cittadini” Genovesi. Il popolo di Chios infatti chiamava i Giustiniani con i titoli di Signori, Principi, Sovrani; i documenti e gli scrittori li appellano come Dynastae alla greca e così li chiama anche la Sacra Rota non più tardi del 14 giugno 1839 (Vincentius ex Nobilissima Ianuensi familia Justinianorum dynastarum olim Chij in mari Aegeo). E “dynastes” dal greco è princeps, regulus: signore, barone, principe e re.
La casata dei Giustiniani fu “albergo”, un’istituzione privata ma riconosciuta dagli statuti genovesi, sino alla riforma del 1528 e influenzerà non solo la vita politica ma anche l’urbanistica cittadina, poiché gli alberghi impongono la contiguità dell’abitazione ai propri aderenti che abitano case distribuite attorno a piazze private e talvolta munite di una propria chiesa. La pratica dell’endogamia, cioè l’uso di contrarre matrimoni all’interno dell’albergo, contribuisce a formare, di generazione in generazione, inoltre, un’unica famiglia dove tutti sono consanguinei e tutti si sentono parenti. I Giustiniani, avevano fatte proprie tutte le prerogative della nobiltà genovese. Erano qualificati come mercanti, dove il termine identificava i banchieri e i protagonisti dei grandi traffici internazionali che spesso godono fuori dal dominio genovese di vere e proprie signorie feudali. I Giustiniani si imparentavano abitualmente con stirpi signorili liguri e italiane e vi appartenevano giureconsulti, medici, cavalieri, alti prelati e uomini di cultura.
Nel panorama politico genovese l’albergo Giustiniani si mantiene quasi sempre neutrale e difficilmente prende parte evidente ai frequenti scontri tra le diverse fazioni nel corso dei secoli. Con la costituzione della Repubblica aristocratica Genovese, instaurata da Andrea Doria nel 1528, il ruolo e lo status dei Giustiniani trovano pieno riconoscimento. Negli oltre duecentocinquant’anni di vita della Repubblica, i Giustiniani diedero cinque dogi, innumerevoli senatori e altri magistrati di governo.
La caduta di Chios nel 1566 e il martirio dei giovani della famiglia, che rifiutando di abiurare la fede cristiana, saranno a lungo additati ad esempio dalle potenze occidentali impegnate nella lotta contro l’Islam, non impedisce ai Giustiniani di reagire mantenendo potere e prestigio in patria e nelle altre sedi di nuova residenza, prime fra tutte Roma e la Sicilia. Benchè privi delle antiche prerogative signorili, hanno ancora una distinzione sociale indiscussa ed era prassi per tutti trascorrere un periodo a Genova, probabilmente per curare i propri interessi sulle rendite del Banco di San Giorgio che tutti gli alberghi avevano e che costituiscono un elemento di continuità per le generazioni.
Dalle testimonianze emerge un vero attaccamento di tutti i Giustiniani a Genova sia per quelli che vi risiedono sia per quelli che hanno fatto fortuna altrove e il senso di appartenenza al clan è sempre fortissimo e ciò è dimostrato dalla perdurante prassi delle nozze endogamiche anche dopo il XVII secolo.
A Roma la famiglia, grazie a Vincenzo Giustiniani, marchese e principe di Bassano aumentò di gloria e di fama. Vincenzo si può considerare il primo grande collezionista della storia, scopritore del grande pittore Caravaggio. I fasti della prestigiosa collezione Giustiniani, ora dispersa in musei e collezioni private, sono stati celebrati in una mostra proprio a Palazzo Giustiniani (ora di proprietà del Senato della Repubblica) a Roma nel 2001. Alla sua morte nel 1631, senza eredi diretti, il Marchese Vincenzo lascia titolo e beni ad un suo nipote: Andrea Cassano Banca Giustiniani, futuro Principe di Bassano ed istituisce un articolato fedecommesso testamentario in cui ricomprende, per una parte, praticamente tutti i discendenti Giustiniani che possano vantare una parentela con quelli di Chios, anche se non direttamente con il Marchese Vincenzo.
La vicenda giudiziaria dell’eredità contesa si protrasse fino al 1958 dove il Tribunale di Genova accertò ben 288 discendenti divisi in 12 stirpi tra gli intervenuti e la definiva divisione della residua eredità. Dunque, chi poteva dimostrare la discendenza dai Giustiniani di Chios, avrebbe dovuto intervenire nel processo per far valere i suoi eventuali diritti. Chi non l’ha fatto, per mancanza di documentazione o semplicemente per ignoranza, non potrà vantare i diritti sull’eredità.
Pur decorati di innumerevoli dignità i Giustiniani sono oggi conosciuti come marchesi e patrizi genovesi e non come nobili “cittadini” Genovesi e principi di Chio, titoli che, avrebbero più autenticamente espresso il valore storico e il ruolo incarnato da questa famiglia nel corso dei secoli, e sarebbero stati, dunque, maggiormente corrispondenti all’ideale nobiliare inteso non quale privilegio fine a se stesso o fatto meramente onorifico ma quale espressione di Tradizione e dell’operato socio-politico-economico di un ceto dirigente del quale i Giustiniani furono autorevole parte.
Nel sito, la storia della Famiglia Giustiniani di Genova, della sua discendenza e della vicenda giudiziaria dell’eredità contesa e i motivi per i quali tutti i Giustiniani che ritengano di poter dimostrare, o supporre, di discendere dai Giustiniani di Chios, possano considerarsi, anche non avendo partecipato al giudizio del 1958, anche se non primogeniti del loro ramo, sia uomini che donne, nobili della Repubblica Genovese, parenti .... e soci.
Per concludere ricordiamo l’incisiva descrizione della famiglia fatta dallo storico Agostino Della Cella che nel 1782, celebrandone la storia, ricorda: "Altresì in Roma luminosa risplende la Giustiniana famiglia al presente nei signori Principi di Bassano Giustiniani genovesi, i quali continuando verace affezione alla Patria seguitano a voler l’ascrizione fra la genovese nobiltà. In altre parti d’Italia, poi, nella Spagna, Francia e Fiandra han continuato per più tempo e forte tutt’ora continuano altri rami di cotesta nobilissima famiglia, con cariche illustri e decorati di titoli e signorie pregiatissime... al presente di vita in più rami riluce in Genova la Giustiniana famiglia corredata anche in comune di redditi e dispense considerabili et in particolare di copiose ricchezze, ornata di titoli, feudi, signorie".
(informazione grazie a Enrico Giustiniani)